Sudd, territori e beni comuni


In questi giorni di così grave disagio, di crisi sociale ed economica, ci chiediamo se trasformare la politica dal profondo meridione e sostenere il Sud come bene comune abbia ancora un senso oppure se l’agire politico è ormai così inquinato da lobbies e poteri forti che ogni tentativo può considerarsi una battaglia contro i mulini al vento.  Ora dopo ora aumentano i casi di suicidio per la crisi che attraversa in lungo e largo il nostro Paese. Imprenditori, giovani, lavoratori precari decidono di togliersi la vita non vedendo prospettive, via d’uscite, non riuscendo a immaginare un futuro, sentendosi soli e abbandonati di fronte uno Stato sempre più distante dai reali bisogni del popolo. Ecco perché, alla luce di tutto ciò, tornare a parlare di bene comune, inteso come territorio, come comunità che lo abita, può avere oggi una forte valenza, per mettere la parola fine a quella politica con la p minuscola, fatta di piccoli interessi personali, di appartenenza a un ceto privilegiato che, preoccupato unicamente ad arricchirsi, o meglio a sistemarsi, ha creato un abissale divario tra sé e il resto della società, diventando il principale responsabile delle emergenze del lavoro, della povertà, della precarietà, dell’ambiente saccheggiato.

Negli anni sono state condotte analisi di ogni tipo e non c’è bisogno di riprendere ciò che i media, attraverso articoli, talkshow, inchieste, reportage, ripetono ormai da innumerevole tempo. Tuttavia, occorre una rivisitazione della società moderna, dei suoi modelli di sviluppo, del suo divenire inarrestabile di disuguaglianze e sopraffazioni all’interno di una globalizzazione che ci ha reso sempre più cittadini del mondo e dove la tecnologia ha cambiato il nostro modo di sentire la lontananza, o la vicinanza, nei nostri rapporti col mondo stesso. In questo contesto la politica non può più essere il mero conflitto  tra destra e sinistra o tra i ricchi e i poveri ma deve essere la spinta propulsiva capace di innescare un cortocircuito che dia vita a un nuovo modo di pensare, di agire e vivere il mondo, a disposizione di tutti e condiviso. Un mondo nel quale il bene comune possa essere veramente a uso e consumo di tutti a partire proprio da una politica che possa finalmente permettere a ciascuno di istruirsi, di dire la propria opinione, di condividere la competenza, di partecipare a ogni aspetto della vita pubblica. Questa trasformazione dei nostri comportamenti avrà successo soltanto se si avrà consapevolezza culturale del nuovo percorso da intraprendere. La politica, la nuova politica, deve, pertanto, sapersi misurare con le caratteristiche specifiche di ogni territorio, delle risorse disponibili, delle differenze da colmare.

Per questo domani, nell’iniziativa promossa dal Circolo tematico di SeL SudAlterno, parleremo di Sud come Bene comune perché crediamo che sia una prospettiva praticabile parlare di progettualità condivisibile e condivisa, perché per noi questa è la politica: portare la gente a discutere sulla cosa pubblica e non a subire il canto ammaliatore degli affaristi. Una rivincita dunque dell’intelligenza umana sui due suoi maggior nemici: la furbizia intellettualistica, avara e allusiva e il facile entusiasmo falsamente generoso. 

                                                                                              Andrea Checchetti

                                                                                   Coordinamento SudAlterno

 

Cosenza: “Sud , bene Comune”; Domani al centro di un incontro di SudAlterno


“Sud, Bene Comune – Insieme per la Buona Politica”, è il titolo dell’incontro- dibattito che si svolgerà domani 10 maggio alle 16:30, nella Sala Coni di Piazza Matteotti a Cosenza. I lavori dell’incontro, promosso da SudAlterno Circolo tematico SEl, saranno introdotti da Antonio Palermo di SudAlterno. A seguire la relazione di Celeste Costantino della Direzione Nazionale SEL e gli interventi di Alfonso Senatore del Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri”;Sabrina Garofalo di Libera – associazioni, nomi e numeri contro le mafie; Massimo Ciglio di Radio Ciroma; Claudia Carlino della Segreteria Regionale Cgil e Giovanni Manoccio,
Sindaco di Acquaformosa. Ne discuteranno Andrea Di martino, Anna Falcone, Fernanda Gigliotti, Enzo Paolini e Mimmo Talarico. Concluderà il dibattito Nicola Fratoianni, Assessore alle politiche giovanili, alla cittadinanza sociale e all’attuazione del programma della Regione Puglia.